sabato 24 maggio 2014

Lingue e culture in azienda, tra superdiversità e nuovi mondi comuni


lingue del mondo


Sempre nell’ambito della giornata organizzata dall'EIM di Barcellona, questa volta non parleremo di risorse digitali, ma di una ricerca svolta in un’azienda senese da Giulia Grosso,  ricercatrice all’Università per stranieri di Siena.

Il riassunto della conferenza che segue è stato scritto da Ilaria Bada. 
 
Plurilinguismo e superdiversità: un’esperienza. Dall’italiano L2 per pubblici specifici a quelli generici di italiano LS
di Giulia Grosso


In questo workshop Giulia Grosso ha usato il materiale da lei raccolto durante la sua ricerca di dottorato per illustrarci alcuni possibili usi didattici dell’analisi conversazionale.
La proposta non è casuale, dal momento che la stessa professoressa Grosso nella sua tesi dottorale si è servita proprio dell’analisi della conversazione per studiare le diverse strategie discorsive di accomodamento - e le rispettive funzioni pragmatiche - che vengono messe in atto in un ambiente caratterizzato dall’interazione linguistica fra individui di diverse nazionalità.
Nel caso specifico, la professoressa Grosso ha registrato e trascritto 40 ore di conversazione di sei italofoni e sette parlanti non nativi nel loro luogo di lavoro, un’azienda di smaltimento rifiuti del comune di Siena.
 
In questo spazio plurilingue e pluriculturale, che Steven Vertovec definirebbe superdiverso[1], la necessità di comunicare nonostante l’assenza di una lingua comune porta generalmente alla creazione di una sorta di lingua franca idiosincratica. 
 
L’analisi della conversazione, un approccio  che descrive il discorso orale ... osservando nei dettagli come e quando la gente dice che cosa [2], si rivela particolarmente utile per studiare le conversazioni spontanee che si generano in un tale contesto, perché permette di rinvenire i meccanismi con cui i parlanti creano una nuova lingua comune e, con essa, un mondo comune di riferimento.

L’esame delle conversazioni dei tredici impiegati dell’azienda senese - cui per ragioni di turni di lavoro partecipavano sempre e solo due persone, talora un italofono e un parlante non nativo, talora due parlanti non nativi - ha portato la professoressa Grosso ad identificare due fenomeni catalogabili come strategie di accomodamento:
 
  • la presenza massiccia dell’eteroripetizione, ovvero la ripetizione da parte dell’interlocutore di un enunciato o di una parte dell’enunciato del parlante, che ricopre un ampio spettro di funzioni pragmatiche: sollecitare chiarimenti, creare solidarietà, manifestare disaccordo, rispondere a domande o appropriarsi del turno di parola;

  • la variazione del repertorio linguistico, che consiste nell’uso contemporaneo da parte dei parlanti di diversi dialetti, lingue e registri all’interno di una medesima lingua; nel caso dei lavoratori dell’azienda senese, la variazione del repertorio linguistico si concretizza nel ricorso all’italiano di contatto, al linguaggio settoriale, alle varietà diatopiche, alla lingua dell’interlocutore, ad altre lingue, al foreigner talk, ecc.

Queste strategie di accomodamento risultano essere i pilastri conversazionali dell’edificazione di un nuovo mondo comune, uno spazio linguistico e identitario espanso che permette di inserire il microuniverso dell’azienda senese nel catalogo dei luoghi della superdiversità contemporanea.
 
L’analisi della conversazione, per quanto nasca come approccio sociologico, può rivelarsi utile nella didattica di una lingua innanzitutto perché il materiale raccolto è prodotto in un contesto reale e non simulato.
Le conversazioni registrate e trascritte dalla professoressa Grosso abbondavano, ad esempio, di segnali discorsivi, che normalmente sono poco presenti nei dialoghi preparati ad hoc per l’apprendimento di una lingua.

Di conseguenza non sorprende che, durante il workshop, sia stato proposto che le conversazioni registrate e trascritte venissero sottoposte agli studenti per farli riflettere sui segnali discorsivi, sulla loro componente prosodica, ecc.
Poiché l’analisi della conversazione dirige la propria attenzione su certe abilità fondamentali per la capacità di conversare dell’apprendente - mantenere il discorso, coinvolgere gli interlocutori, cedere il turno, ecc. - che non sono riducibili a singoli elementi del discorso (ad esempio, i segnali discorsivi) e che raramente compaiono in misura sufficiente nei manuali di insegnamento dell’italiano L2, le sue categorie possono aiutare gli studenti a riflettere sulle diverse dinamiche e convenzioni dell’interazione conversativa.
D’altra parte è stato rilevato dai partecipanti al workshop che le trascrizioni sono fruibili a tutti i livelli di apprendimento della lingua e permettono la creazione di una vasta gamma di attività, iniziando da esercizi di comprensione per i principianti fino ad arrivare alla trascrizione dei dialoghi in italiano standard nei livelli più avanzati.





[1] Uno spazio sociale superdiverso è uno spazio in cui  gli incontri di lingue e culture, anche in seguito al crescere dei movimenti migratori, assumono una tale intensità, complessità e frequenza da far parlare di superdiversità  (Steven Vertovec, 2007)


[2] Zorzi, Contributi dell'analisi della conversazione all'insegnamento dell'italiano L2, In: Atti del III convegno ILSA, a cura di M. Maggini e M. Salvaderi, Comune di Firenze, 1996: 11-39 (http://venus.unive.it/aliasve/index.php?name=EZCMS&page_id=469)


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Bibliografia:
Barni M., Vedovelli M., L’Italia plurilingue fra contatto e superdiversità, in: M. Palemo (a cura di), Percorsi e strategie di apprendimento dell’italiano lingua seconda: sondaggi su ADIL 2, Collana del Centro di eccellenza della ricerca Osservatorio linguistico permanente dell’italiano diffuso fra stranieri e delle lingue immigrate in Italia, n. 5, Perugia, Guerra editore, 2009: 29-47.
 
Vertovec S., Super-diversity and its implications, in Ethnic and Racial Studies, n. 29(6), 2007: 1024-54
 
Zorzi D.,  Contributi dell'analisi della conversazione all'insegnamento dell'italiano L2, In: Atti del III convegno ILSA, a cura di M. Maggini e M. Salvaderi, Comune di Firenze, 1996: 11-39 (http://venus.unive.it/aliasve/index.php?name=EZCMS&page_id=469)




3 commenti :

paola ha detto...

Molto originale, grazie!

Ilaria Bada ha detto...

Di niente! Anzi ringraziamo tutti Giulia per il suo workshop!

Antonella Berriolo ha detto...

Molto interessante, grazie!

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